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La raccomandazione è chiara: «Si ricorda ai signori passeggeri che a bordo dell’aeromobile non è consentito l’uso di telefoni cellulari e apparecchiature elettroniche».

Ma quanti lo fanno? Stando a recenti sondaggi svolti negli States, solo sei passeggeri su dieci riescono a rinunciare alla tentazione di inviare un messaggino, controllare la mail o scaricare l’ultima hit.

Ma gente così mette davvero a repentaglio la vita di tutti? C’è solo un rapporto della Us Aviation Safety Reporting System, un database gestito dalla Nasa, descrive 50 resoconti di problemi di sicurezza ascrivibili a dispositivi elettronici in uso a bordo, e si è sempre trattato di lievi e brevi interferenze riscontrate dal pilota.

La questione, dal punto di vista scientifico, ha un nome: interferenza elettromagnetica, fenomeno fisico che avviene quando uno o più segnali “di disturbo” si sovrappongono a un segnale “utile”, distorcendolo e impedendone la corretta interpretazione e ricezione. I dispositivi che trasmettono e ricevono onde elettromagnetiche possono interferire con l’avionica dell’aeromobile, l’insieme di sistemi elettronici usati per la navigazione, per la comunicazione con le stazioni di terra e per il monitoraggio delle componenti della macchina.

Per questo il divieto delle autorità aeronautiche è netto e deciso. Ma, spiega Lorenzo Vangelista, docente di Telecomunicazioni al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova: «La trasmissione di interferenze avviene solo quando il dispositivo riesce ad “agganciarsi” a una rete. Ma è difficile che un telefono in un aereo in fase di crociera riesca a connettersi alle stazioni a terra».

Supponiamo che un dispositivo riesca comunque a connettersi alla rete:. Nonostante la schermatura di sicurezza dei velivoli moderni, essi potrebbero avere delle falle e uno o più dispositivi a bordo — non solo i trasmettitori intenzionali: anche riproduttori mp3, lettori dvd e pacemaker — potrebbero forse verificarsi un’interferenza.

Fino alla metà degli anni Novanta, era proibito l’uso di qualsiasi apparecchiatura elettronica a bordo. «Oggi le norme sono cambiate», spiega Carmine Cifaldi, direttore della Regolazione Navigabilità dell’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile): «Sono le compagnie aeree a decidere cosa è possibile fare in volo. Posto che, naturalmente, dimostrino che le attività ammesse non siano pericolose».

Fonte: http://espresso.repubblica.it/

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