E’ possibile una soluzione soddisfacente per ottenere rimborso volo annullato per consumatori e imprese turistiche?
Tra pochi giorni entrano in vigore le specifiche rispetto ai provvedimenti emergenziali di marzo del governo italiano a sostegno delle imprese turistiche anche nei casi in cui si volesse annullare volo oppure in caso di annullamento volo da parte delle compagnie aeree.
Come è noto le norme emesse, nella ben nota fase di emergenza, hanno limitato in parte i diritti dei consumatori in tema di rimborso per volo annullato.
Negli ultimi giorni non si placavano le polemiche tra operatori professionali turistici (Agenzie Viaggi e Tour Operator su tutti) e le principali associazioni di consumatori.
Cosa rischiano le imprese?
Il lockdown ha spazzato via tutto il settore turistico che si fonda proprio sullo spostamento delle persone nei luoghi turistici.
I consumatori che hanno subito un annullamento volo richiedono ora il rimborso integrale di quanto pagato, mentre agli operatori viene data la possibilità di offrire un voucher come da nostra guida specifica sul tema – da utilizzarsi, quando sarà nuovamente possibile, per evitare che gli operatori del settore debbano restituire somme già impiegate nella programmazione ed evitare il loro tracollo visti anche gli enormi livelli occupazionali che il settore turismo garantisce.
Il Decreto Legge del 2 marzo 2020 n. 9 è in corso di conversione definitiva in legge ed il Governo, sull’emergenza coronavirus infatti, nella norma relativa ai rimborsi per volo annullato o almeno un voucher per chi volesse annullare un volo per sua scelta, dando insieme un segnale preciso ed una risposta che gli Operatori si aspettavano. E’ consentito alle agenzie di viaggio ed ai “Tour Operator” di emettere – in alternativa al rimborso – un voucher di valore pari a quello del viaggio annullato, da utilizzare come detto entro un anno dall’emissione.
Senza entrare in scelte dove non esistono né vincitori nè vinti è chiaro che una situazione straordinaria debba essere trattata in maniera eccezionale; ed è proprio quanto successo con i recentissimi provvedimenti normativi. E’ naturale che in una realtà mondiale come quella che stiamo vivendo è non praticabile una scelta che non lasci scontenti ora l’una ora l’altra parte.
Il governo si trova ad essere un “pater familias” chiamato a scelte dolorose quando si ha una famiglia molto numerosa e risorse insufficienti. Ognuno è chiamato a fare la propria parte con senso di responsabilità ma legittimamente cercando di tutelare la propria sopravvivenza economica che immancabilmente si riverbererebbe anche sul tessuto sociale al quale è così strettamente intrecciato.
In Italia il settore Turismo è di primaria importanza come testimonia la sua fetta percentuale sul PIL italiano e ricordiamo che le imprese sono composte da persone che a loro volta nella loro vita di tutti i giorni sono “consumatori” degli altri settori e danno linfa alla ricchezza generale del paese, unitamente al fatto fondamentale di dare lavoro a migliaia di persone.
Imprese che chiudono causano imprenditori, lavoratori dipendenti e collaboratori che restano senza lavoro e senza guadagni. A loro volta quindi faranno frenare i consumi generando effetti devastanti “a catena” sull’intera economia nazionale.
La strada intrapresa dal governo italiano sembra chiara anche se non scongiurerà polemiche che dovremmo evitare in nome dell’interesse generale nel mantenere il comparto economico principale del nostro bel Paese: il nostro amato turismo!